Questo sito fa utilizzo di Cookies, continuando la navigazione li accetti

La Ferrari 166MM/212 Export Uovo venne creata come esemplare unico ultra-aerodinamico nel 1950 con lo scopo di ottenere migliori prestazioni nelle gare su strada ad alta velocità come la Mille Miglia.

Il pilota Giannino Marzotto, due volte vincitore della Mille Miglia, fu il promotore della Uovo. Era convinto che i motori V12 della Ferrari, con una migliore aerodinamica, sarebbero stati in grado di erogare prestazioni ancora più brillanti.
Insieme al fratello Vittorio ordinò due telai della Ferrari 212 Export marcianti senza carrozzeria. Condivise le sue idee con il carrozziere Paolo Fontana e con il giovane ingegnere e designer Franco Reggiani. L'idea di una coupé slanciata, bassa e arrotondata, sostenuta da un telaio rigido che garantisse un eccellente comportamento delle sospensioni su strade sconnesse, iniziò a prendere forma.
Reggiani, che aveva lavorato nell'industria aeronautica durante la guerra, era ansioso di realizzare un'auto leggera dalle belle forme, con un parabrezza fortemente reclinato e un profilo arrotondato e affusolato. Nonostante fosse difficile da lavorare, la carrozzeria venne realizzata utilizzando il Peraluman, una lega di alluminio leggera che incorporava il magnesio. Reggiani progettò un muso basso, un corpo stretto per scivolare nell'aria e parafanghi anteriori e posteriori pronunciati e arrotondati che incorniciavano un abitacolo essenziale. Al posto dei tradizionali montanti anteriori, l'auto aveva cavi d'acciaio intrecciati che tenevano il tetto in posizione, mentre il parabrezza era poco profondo e realizzato in perspex. Il sedile del pilota fu posizionato verso la parte posteriore della vettura.
I telai delle 212 Export arrivarono però in ritardo, e così fu utilizzato un telaio della 166 MM Touring Barchetta disponibile. Quando finalmente arrivarono le due 212 Export, il motore fu rimosso da una di esse per essere montato sulla nuova vettura. Basato sull'originale Ferrari V12 da 1,5 litri, ora aveva una cilindrata di 2,6 litri ed erogava 190 Cv.
Una caratteristica chiave dell'Uovo era il serbatoio del carburante extra-large, configurato per le gare su strada a lunga distanza, che permetteva al pilota di percorrere quasi 500 km tra una sosta e l'altra. Questo si rivelò essere un fattore chiave per fare bene alla Mille Miglia del 1951 e per ottenere la vittoria alla Coppa della Toscana del 1951. Ottenne poi una memorabile vittoria nella Trento-Bondone del 1952, guidata da Giulio Cabianca e successivamente trascorse alcuni anni in Nord America, prima di essere ritirata in una collezione privata.