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 Il 7 ottobre del 1948, in occasione della 35° edizione del Salone di Parigi, venne presentata una vettura che è parte stessa della storia dell’automobile: la Citroen 2 CV.

La piccola francesina ha conosciuto una popolarità globale, ed in ogni parte del mondo le è stato assegnato un soprannome diverso. Con il passare degli anni e della sua diffusione, da vettura utile, pratica, economica, la 2 CV è divenuta l’auto dei giovani e delle donne, simbolo di libertà ed emancipazione, capace di resistere al rapido mutare dei tempi e delle mode, facendo della sua essenzialità il carattere distintivo. Soprattutto alla fine degli anni Sessanta, la 2 CV ha rappresentato un certo modo di vivere, alternativo, fuori degli schemi. E’ stata la protagonista di film, canzoni, divenendo uno dei simboli di un momento storico rivoluzionario, paradossalmente rappresentato da un’auto concepita prima della Seconda Guerra Mondiale.

L’idea della Petite Citroen nacque nel 1936 per volontà dell’allora direttore Pierre Boulanger, che affidò il progetto al team di Andrè Lefebvre. Nel 1937 vide la luce il primo prototipo, ma la scoppio del conflitto mondiale ne impedì il suo sviluppo che, comunque, riprese durante l’occupazione tedesca. Un lavoro lungo, condotto tra mille difficoltà che si concluderà con la presentazione dell’auto al Salone di Parigi del 1948.

Nel luglio del 1949 iniziò la produzione della 2 CV nella storico impianto di Levallois, situato nella parte ovest di Parigi e fondato nel lontano 1893. La fabbrica produrrà la 2 CV sino alla sua dismissione nel 1988.La 2 CV, al momento della sua commercializzazione, era disponibile solo di colore grigio ed aveva un motore di 375 cm³ di 9 Cv. Nel 1951, alla berlina si affiancò la versione camionette, la 2 CV AU. Bisognerà, però, attendere il 1954 per vedere il lancio di un nuovo modello, la AZ con il motore da 425 cm³, ed altri due anni per la prima versione “di lusso”, con la capote colorata ed il grande lunotto posteriore.

Nel 1958 è la volta della 2 CV AZ LP con il bagagliaio e della versione 4x4, denominata Safari, con due motori, uno per le ruote anteriori e uno per quelle posteriori. Dopo dieci anni, nel 1959, la grande novità è la possibilità di scegliere un secondo colore, il blu, oltre al grigio. L’evoluzione della 2 CV continuò senza novità sostanziali sino al 1964 quando vennero sostituite finalmente le portiere con l’apertura “controvento”.

Nel 1970, con il lancio della 2 CV 4 (435 cm³) e della 2 CV 6 (602 cm³), l’auto si rese protagonista del raid Parigi-Kabul-Parigi, un estenuante viaggio di 16.500 km. Iniziò, così, anche la carriera sportiva della 2 CV. Nel 1972 fu organizzato il primo Pop Cross che diventerà, in seguito, il campionato francese 2 CV Cross, che durerà fino al 2008. Nel 1973, la 2 CV affrontò il Raid Africano, 8.000 km attraverso il Sahara, dalla Costa d’Avorio alla Tunisia.

Dal 1975 al 1980 è un succedersi di versioni sempre più ricche di particolari: dalla Special alla Spot, dalla Club alla serie speciale Charleston, in pieno stile retrò.

Nel febbraio 1988, con la chiusura della fabbrica di Levallois, termina anche la produzione della 2 CV che, però, continuerà ad essere commercializzata per altri due anni e mezzo. Infatti, l’auto grazie al suo successo globale, continuò ad essere prodotta in Belgio, in Inghilterra, in Spagna, in Sud America, in Asia e in Portogallo, nella fabbrica di Mangualde dove il 27 luglio del 1990 uscì l’ultima 2 CV.

In 42 anni, la Petite Citroen era stata prodotta in oltre 5 milioni di unità (3.868.634 berline e 1.246.335 camionette), caratterizzando con le sue curve rotonde ed il suo incedere inconfondibile il difficile periodo post-bellico ma anche quello rivoluzionario della fine degli anni Sessanta, divenendone di entrambi, comunque, uno dei simboli più riconoscibili ed amati.

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