La Fiat 131, lanciata nel 1974, aveva riscosso un grande successo commerciale. Per preparare il lancio della motorizzazione diesel 4 cilindri da 2445 cm3, prevista per il Salone di Torino del 1978, venne richiesto ad Abarth di preparare quattro 131 Diesel (tre per la gara ed una per i test) per il Raid Londra – Sidney che si sarebbe corso nell’estate del 1977.
A quel tempo non era immaginabile l’utilizzo di un motore a gasolio per le competizioni, nemmeno per quelle di durata. L’impiego dei motori diesel era legato alle attività lavorative, commerciali ed agricole, le cui prestazioni, ovviamente, non privilegiavano le prestazioni velocistiche. L’idea era quella di ottenere, attraverso un uso sportivo, un ritorno d’immagine per il nuovo modello. Inoltre, in queste gare così lunghe, il presupposto per ottenere un buon risultato era quello di avere la vettura più affidabile e dai bassi consumi, non necessariamente la più veloce.
Lo staff tecnico di Abarth utilizzarono quelle che erano le dotazioni di serie della 131, come il cambio a cinque marce e il differenziale autobloccante, entrambi derivati dalla Fiat 131 Abarth.
Gli equipaggi delle tre vetture erano composti da Robert Neyret/Marianne Hoepfner, Giancarlo Baghetti/Tommaso Carletti e Christine Dacremont/Evelyne Vanoni, si presentarono ai nastri di partenza a Londra il 14 agosto. Dopo quarantacinque giorni e avendo percorso più di trentamila chilometr, due delle 131 tagliarono il traguardo a Sidney il 27 settembre; la vettura di Neyret/Hoephner vinse la sua categoria.
La partecipazione al raid Londra-Sidney, oltre all’eccezionale risultato sportivo, centrò anche l’obiettivo che s’era prefissati in casa Fiat. Infatti, l’impresa delle 131 ebbe un grande risalto sui mezzi d’informazione che costituì un ottimo trampolino di lancio per la nuova 131 Diesel 2500, che aveva lo stesso motore delle vetture in gara, ancora prima del suo debutto al Salone di Torino.